di Claudia Servalli
Tra le infinite regole che devono seguire i farmaci per essere approvati, vi è anche il modo in cui si assegna loro un nome. Ogni farmaco ne ha ben due: la denominazione comune internazionale (INN, International Nonproprietary Name) e il brand name che è un nome di fantasia.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) assegna l’INN ai composti su richiesta degli sviluppatori di farmaci. Avere un nome univoco per i farmaci è fondamentale, se ogni principio attivo farmacologico fosse chiamato in modo diverso in ogni paese e lingua, sarebbe disastroso per la salute oltre che per il progresso scientifico.
L’INN descrive la struttura del composto: l'elemento centrale dell’INN è la radice (la fine del nome), che è composta da una o due sillabe. Identifica il meccanismo d'azione, l’uso terapeutico o una caratteristica chimico/strutturale.
Per esempio, gli inibitori della pompa protonica: ome prazolo, esome prazolo, panto prazol, rabe prazolo condividono tutti lo stelo comune prazolo che identifica “antiulcera, derivati del benzimidazolo”
Alcuni esempi:
La sillaba -gli - caratterizza molti farmaci usati nel diabete
- vir, antivirale
- terolo, broncodilatatore, derivati della fenetilammina
- ast antiallergico o antinfiammatorio,
- tinib inibitore della tirosin-chinasi
- stat inibitore enzimatico
Il nome scelto dal Comitato dell’OMS “INN Expert Group” che si riunisce a Ginevra due volte l'anno, verrà poi comunicato a Ministeri della Salute e industrie che potrebbero opporsi al nome per una serie di motivi, tra cui la violazione del marchio, la somiglianza con altre sostanze o il significato inappropriato in una lingua particolare. Se viene sollevata un'obiezione, al Comitato viene chiesto di rivalutare il nome.
Oltre al nome generico, c’è poi il nome commerciale che è un nome di fantasia. Anche quello segue delle regole. Nell’Unione Europea in EMA, il nome di fantasia di un farmaco deve essere approvato da un comitato che si chiama Name Review Group (NRG). Il ruolo principale del gruppo è valutare se il nome di fantasia proposto dal produttore di un prodotto possa creare un problema per la salute pubblica o un potenziale rischio per la sicurezza.
In particolare, il nome inventato non deve:
- trasmettere connotazioni terapeutiche o farmaceutiche ingannevoli;
- essere fuorviante rispetto alla composizione del prodotto;
- essere suscettibile di creare confusione con il nome di fantasia di un medicinale esistente nella stampa, nella scrittura a mano o nel parlato (e ricordiamoci che l’Unione Europea ha 24 lingue ufficiali!)
Ecco alcuni esempi:
- Antivirale COVID: INN: remdesivir Brand name: Veklury
- Inibitore della tirosin-chinasi (farmaco contro il cancro)
- INN: osimertinib Brand name: Tagrisso
- Inibitore enzimatico (medicinale antitumorale) panobinostat Farydak
Ricorda: i nomi INN iniziano tutti con la lettera minuscola!
Droghe e farmaci: la sottile linea bianca
con Valeria Viola, Carlo Fusari e Claudia Servalli