di Willy Guasti
In Giappone l’hobby del collezionare insetti è diffuso sia tra gli adulti che tra i bambini. Il giovane Satoshi Tajiri non faceva eccezione; crescendo si rese conto che con l’urbanizzazione i bambini avrebbero perso la possibilità di interagire con la natura, e questa fu la partenza dell’idea che oggi chiamiamo “Pokémon”: piccoli mostri collezionabili, spesso ispirati ad animali realmente esistenti, come gli insetti a lui tanto cari.
Caterpie, il Pokémon bruco della prima generazione, è assai simile ai bruchi delle farfalle della famiglia dei Papilionidi, tant’è che i suoi “occhioni” sono in realtà gli ocelli (finti occhi) che alcuni di questi animali usano per apparire minacciosi. Allo stesso modo il suo “cornetto” rosso rappresenta un organo di difesa utilizzato da questi bruchi e chiamato osmeterio – un organo vistoso e maleodorante che viene estroflesso. Come la sua controparte vera, anche lui fa una pupa (Metapod) dalla quale poi sfarfalla come insetto adulto alato (Butterfree).
Gli insetti hanno ispirato i Pokémon, ma è vero anche il contrario. Molte persone che studiano gli animali seguono il franchise - magari si sono appassionate proprio grazie ai mostriciattoli e hanno reso omaggio loro in vari modi. Nel 2020 sono state descritte tre nuove specie di coleotteri australiani, chiamati Binburrum moltres, B. zapdos e B. articuno. Citano i tre omonimi uccelli leggendari della prima generazione, in virtù della loro rarità.
Esiste una vespa, chiamata Stentorceps weedlei, che prende il nome da Weedle, un Pokémon ispirato appunto alle larve degli imenotteri (l’ordine di insetti di api e vespe) che, come questa vespa, presenta una spina nel mezzo del capo. L’ape Chilicola charizard porta invece il nome di uno dei Pokémon più famosi, simile ad un drago. Insomma, è il caso di dirlo: hanno fatto il giro e sono tornati al punto di partenza. Dei Pokémon ispirati a questi insetti allora sì che farebbero un cerchio completo!
Pokémon: mostri per natura
con Momoka Banana e Willy Guasti